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Saldi: al via anche in Emilia, Toscana e Veneto. Per Confesercenti calo del 40% in un anno

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Emilia-Romagna, Toscana e Veneto, sono le ultime Regioni a dare il via ai saldi di fine-stagione (già avviati, in altre zone d'Italia, il 2 gennaio scorso).

Tuttavia, come commentato dal Presidente di Fismo Confesercenti, Fabio Tinti, è stata una partenza in tono minore: ''Purtroppo, nelle regioni in cui le vendite di fine stagione sono già iniziate, ancora non si sono registrati i risultati sperati: il bilancio, per ora, è di una flessione del -40% rispetto allo scorso anno. L'auspicio è che il progressivo allentamento delle misure restrittive permetta di agganciare una netta inversione di tendenza nelle prossime settimane. A pesare fino ad ora, - ha spiegato Tinti - sono state soprattutto le restrizioni alla mobilità delle persone, la chiusura degli esercizi nei centri commerciali e i timori legati al contagio, che ora, speriamo, il vaccino possa ridurre. Per la gran parte, i nostri esercizi commerciali, quindi, sono ancora forniti di una vasta gamma merceologica, il che rappresenta una reale occasione di risparmio per chi compra''.

''Al di là delle restrizioni, e anche se il 2020 è stato un anno particolare - ha sottolineato il presidente Tinti - continuiamo a ribadire che la partenza dei saldi a macchia di leopardo li renda meno appetibili. Per questo torniamo a chiedere un tavolo di confronto che porti all'individuazione di una data unica di avvio che, a nostro parere, andrebbe a vantaggio di consumatori e commercianti. Nel frattempo, invitiamo i consumatori - ha aggiunto il Presidente di Fismo - a ritrovare e a privilegiare per i propri acquisti gli esercizi delle nostre città. L'online ha goduto nel 2020, grazie alle ripetute chiusure, di una condizione di assoluto privilegio, fruendo anche di privilegi fiscali. I saldi possono rappresentare una grande occasione per acquisti convenienti ma anche una scelta per valorizzare il commercio di prossimità. Proprio quello che contribuisce a valorizzare la qualità della vita nei nostri borghi. La speranza - ha concluso Fabio Tinti - è che si possano evitare nuove restrizioni territoriali. Pur comprendendo che la tutela della salute pubblica è la priorità, se non si darà modo al settore di registrare segnali di ripresa temiamo che il 2021 sarà un anno di chiusure, non per lockdown, ma per cessata attività".



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